Così come riportata in appendice in “Le leggi razziali in Italia e il Vaticano” di Giovanni Sale (p199)
2 agosto 1938
Beatissimo Padre,
Spediamo a V.S. copia della lettera che inviamo al Duce, per testimoniarvi filialmente quali sono i veri sentimenti dei veri italiani. Se credete potete farla pubblicare, come nostra protesta alle intemperanze verbali e diplomatiche del Duce. Desideriamo che il mondo sappia che non siamo dei servi di un tiranno, ma che serviamo un’idea, per il nome di Dio e della Patria. Chi crede o s’illude d’avere in noi dei ciechi strumenti di ogni sua aberrazione, è bene che sappia che noi abbiamo la fierezza di dire no, e di non avanzare oltre le barriere della nostra Fede. A chi crede d’essere riuscito ad abbindolarci, diciamo innanzi al mondo: no! E con questo mostriamo che l’Italia non è al bando della civiltà e Vi baciamo con immutata fedeltà il sacro Piede.
I fascisti d’Italia, figli vostri e figli della Chiesa Cattolica Apostolica Romana.